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I pescatori di corallo torresi: prigionieri dei corsari barbareschi

I pescatori di corallo torresi: prigionieri dei corsari barbareschi

 

Il Mediterraneo preso d’assalto dai corsari.

 
Il Mediterraneo non è solo la culla delle tradizioni e dell’arte. Quest’area è stata a lungo presa d’assalto dai pirati barbareschi e turchi, che hanno seminato il terrore nelle acque di quest’area. Tra le vittime ci sono anche i pescatori di corallo. Addentriamoci in questa vicenda per capirne meglio le cause e gli effetti.

Il Mar Mediterraneo e le sue coste sono stati teatro di conflitti sanguinosi nei secoli XVI, XVII e XVIII. A capo degli scontri c’erano i corsari, i quali seminavano il terrore nel Mediterraneo sottraendo beni e catturando esseri umani.
La guerra di corsa divenne un incubo per tutte le popolazioni che vivevano lungo le coste del Mediterraneo e questi terribili attacchi interessarono anche i pescatori torresi di corallo.

I pescatori torresi vittime dei pirati.

 
Anche i nostri antenati torresi hanno conosciuto l’amara sorte di trovarsi nel mirino della guerra di corsa. Nonostante ciò, sono state adottate strategie in funzione anti- corsara. Diamo uno sguardo più da vicino.

Tra le vittime dei corsari ci sono circa mezzo milione di italiani. I pescatori di corallo di Torre del Greco rientrano in queste cifre. Venivano catturati mentre cercavano di raggiungere i banchi coralliferi in Sardegna e in Nord-Africa. Dopo la cattura venivano resi schiavi o uccisi.

Pescatori torresi rapiti dai corsari

 

Si tentò, dunque, di adottare diverse strategie in funzione anti-corsara.
Le città in cui erano presenti basi navali corsare vennero bombardate e, proprio per difendersi da questa minaccia, a Torre del Greco vennero costruite la Torre Scassata, la Torre Bassano e la Torre Oncino.

I pescatori torresi venivano presi di mira a causa della florida pesca del corallo che avveniva nella loro area, considerata la più grande nel Mediterraneo. Inoltre, a causa del clima conflittuale tra le potenze europee, il Mediterraneo era conteso tra le diverse potenze: la Francia strinse accordi con l’impero ottomano per contrastare la Spagna e i suoi domini e quest’ultima (insieme al vicereame di Napoli) adottò una politica ostile contro gli Stati barbareschi. Per questo motivo le navi spagnole, e quindi le coralline torresi, furono prese di mira dai corsari.

Per porre dunque rimedio agli assalti corsari, nel 1615 marinai e pescatori torresi si riunirono nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e fondarono il Pio Monte dei Marinai, la cui storia va di pari passo con la più importante attività economica e lavorativa del popolo torrese del passato: la pesca del corallo.

Si trattava di un’organizzazione a scopo sociale che si incaricava di liberare i prigionieri attraverso del denaro messo a disposizione per il loro riscatto, senza il quale sarebbero diventati proprietà dell’Impero Ottomano. Le donne venivano segregate negli harem e rese schiave, mentre gli uomini e i ragazzi venivano addestrati per diventare giannizzeri (soldati dell’esercito ottomano).

Ricordiamo tra i tanti un episodio noto come l’eccidio di Bona (oggi Annaba, in Algeria) avvenuto il 23 maggio 1816, che vide protagonisti i pescatori torresi presi d’assalto sulla spiaggia e poi massacrati nelle carceri di Algeri. Per vedere il tramonto di questi conflitti navali si dovrà attendere il XIX secolo, e il re di Francia Carlo X di Borbone.

In conclusione, il Mediterraneo – oltre ad essere stata la culla di tante civiltà e culture – è stato anche palcoscenico di scontri brutali che tuttavia hanno contribuito a dare vita a una delle più importanti tradizioni che Torre del Greco abbia mai avuto e grazie alla quale è tutt’oggi ancora famosa nel mondo.

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