fbpx

Torre del Greco

Torre del Greco

La città di Torre del Greco è da sempre nota al mondo intero per la sua ricca e lunga tradizione nella manifattura del corallo, che ancora oggi si tramanda da generazione in generazione. Nel corso dei secoli, la pesca del corallo e, successivamente, la lavorazione e l’incisione fatte da artigiani di grande esperienza, diventarono a Torre del Greco un’arte nobilissima. I pescatori torresi si spostavano con le loro coralline fino alle coste africane esportando il corallo nel resto del mondo.

«Ho trovato il corallo a profondità che oscillano dai dieci metri riscontrati nei mari d’Africa ai duecento metri e più nei mari di Sardegna e in altri punti del Mediterraneo. […] In tanti anni ho disegnato una mappa molto speciale: quella che indica tutti i luoghi del Mediterraneo in cui ho trovato il corallo. Ogni luogo rimanda a un ricordo, a un pezzo di storia che è custodito dentro di me. Quando osservo quella cartina, mi rendo conto che ogni punto di quello spazio corrisponde a un punto del mio tempo».

Gioiello, ornamento sacro e persino farmaco, il corallo ha affascinato le popolazioni mediterranee sin dall’antichità. Iniziata già nel 1000 d.C., la pesca del corallo nel Mar Mediterraneo veniva inizialmente eseguita con una grande croce di legno, conosciuta come ingegno o croce di Sant’Andrea, alla quale erano legate delle reti che venivano lanciate dalle coralline e trascinate sui banchi di corallo per strappare le colonie dal fondo roccioso.
Nel 1790, durante il regno dei Borbone, nacque la Reale Compagnia del Corallo, il cui obiettivo era vendere il corallo pescato e lavorato, e nel 1805 fu fondata, invece, la prima fabbrica per la lavorazione dei materiali. Il forte legame che unisce la città di Torre del Greco con il corallo porta nel 1878 alla fondazione della prima scuola per la lavorazione del corallo, Principessa Maria di Piemonte, che ospita dal 1933 anche il Museo del Corallo.